Piango
Chissà come mai certi pensieri che sono là, che sappiamo di avere, non riaffiorano se non quando li stuzzichiamo, rimangono là, sepolti sotto tonnellate di idiozie. Ieri sera circondato da amici con i quali festeggiavo una tesi di laurea (come se l'allontanarsi dagli allori della vita scolastica per gettarsi nel feroce mondo del lavoro, sia qualcosa da festeggiare) ieri sera insomma, ho passeggiato tra le gabbie di animali di città, come in un crudele zoo metropolitano ho visto cosa gli uomini, intrappolati dalle proprie vite sono in grado di fare. In una grande e unica gabbia, giovani figli dell'alcool, si dividevano il nutrimento che la madre gli aveva gentilmente concesso, in quella stessa notte scura, dove alcuni fissano le stelle per trovare conforto, altri per paura del conforto si gettano a capofitto in cocktails variopinti. Non faccio il moralista, io che moralista non sono, cerco solo di capire dove inizia quel filo sottile che lega giovani senegalesi che a colpi di gingillini, lottano per 10centesimi, con giovani americani in cerca di violenza gratuita che importunano le ragazze. Voglio capire se la ricchezza materiale di pariolini figli di papà andati in bianco, sia paragonabile a quella morale della coppia di italiani che hanno ritardato la scopata notturna per aiutare una sconosciuta stanca! Un rumore. Una luce. Ritorno a terra. Mi calmo. Rifletto sul mondo. E capisco che forse per il mio bene, avrei dovuto non fissare mai le stelle, per non pensare, per non cercare, per non aver voglia di capire. La verità non è mai gratificante. La menzogna è ciò che vorremmo veramente sentire, ciò di cui sentiamo il bisogno è rimanere nel dubbio.
Non si può sapere e non reagire.
Non si può non piangere.
Nessun commento:
Posta un commento