Ancora
Mi ritrovo qua a fissare le stelle. Solo. Dopo una serata passata tra amici a ricordare vecchie gloriose vicende, come a rimproverarsi di qualcosa che era e che ora non è più. Nostalgici ubriachi in attesa del domani.
Le stelle.
Ora sembrano loro fissare me. In una sorta di vendetta per aver chiesto senza mai dare, mi scrutano dall'alto, superiori: le vecchie sagge mi giudicano. Come se il passare inesorabile del tempo, questo amaro tic-tac frenetico non mi facesse sentire abbastanza in colpa.
Mi sono sentito rincuorato e amareggiato al tempo stesso, nell'ascoltare le impressioni degli amici di un tempo, tutti intenti a veder scivolare la propria vita quasi come se viverla fosse troppo doloroso. Rincuorato, perché le loro, come la mia non sembrano proprio le vite che sognavano da ragazzini. Amareggiato, perché come un vecchio che non può più reagire al mondo, trovo scuse giudicando gli altri. Noi figli del nuovo millennio, che abbiamo visto le tecnologie più avanzate fatte a pezzi in pochi secondi per far posto ad altre, proprio noi, non riusciamo a stare al passo con i tempi, e mi chiedo... “se la mia testa non tiene il passo del tempo, e la mia testa è già più veloce della mia penna... cosa sto scrivendo?”
Silenzio
Una lucciola. Le stelle. La notte. Il vento. Ritorno.
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