..questo non è altro che il diario di bordo di un viaggio senza partenza né ritorno, nella notte che è confine tra il mondo surreale della mente, e quello improbabile del reale, dove l'io onnipotente della fantasia e l'io fragile della realtà si sono scontrati in una battaglia titanica, le paure dell'uno, la forza dell'altro e alla fine, un unico vincitore, chi ricorda e sarà ricordato! Il più folle.

6° giorno

Piango


Chissà come mai certi pensieri che sono là, che sappiamo di avere, non riaffiorano se non quando li stuzzichiamo, rimangono là, sepolti sotto tonnellate di idiozie. Ieri sera circondato da amici con i quali festeggiavo una tesi di laurea (come se l'allontanarsi dagli allori della vita scolastica per gettarsi nel feroce mondo del lavoro, sia qualcosa da festeggiare) ieri sera insomma, ho passeggiato tra le gabbie di animali di città, come in un crudele zoo metropolitano ho visto cosa gli uomini, intrappolati dalle proprie vite sono in grado di fare. In una grande e unica gabbia, giovani figli dell'alcool, si dividevano il nutrimento che la madre gli aveva gentilmente concesso, in quella stessa notte scura, dove alcuni fissano le stelle per trovare conforto, altri per paura del conforto si gettano a capofitto in cocktails variopinti. Non faccio il moralista, io che moralista non sono, cerco solo di capire dove inizia quel filo sottile che lega giovani senegalesi che a colpi di gingillini, lottano per 10centesimi, con giovani americani in cerca di violenza gratuita che importunano le ragazze. Voglio capire se la ricchezza materiale di pariolini figli di papà andati in bianco, sia paragonabile a quella morale della coppia di italiani che hanno ritardato la scopata notturna per aiutare una sconosciuta stanca! Un rumore. Una luce. Ritorno a terra. Mi calmo. Rifletto sul mondo. E capisco che forse per il mio bene, avrei dovuto non fissare mai le stelle, per non pensare, per non cercare, per non aver voglia di capire. La verità non è mai gratificante. La menzogna è ciò che vorremmo veramente sentire, ciò di cui sentiamo il bisogno è rimanere nel dubbio.

Non si può sapere e non reagire.

Non si può non piangere.

5° giorno

Riposo


Trovo quasi divertente lasciar riposare il corpo facendo lavorare la mente, come se le mie mani fossero legate solamente al cervello, mi lascio dormire mentre la mia mano scrive ciò che la mente senza filtri pensa, la notte aiuta. Il vento. Trovo ispirazione in una leggera brezza estiva, un vento leggero nato dalle ceneri di un temporale. Un telefono squilla. Una voce. Un bacio. Mi fermo.

Fisso le stelle.

Mi sento sempre più un estraneo dentro al mio corpo. Anzi mille estranei. Ognuno con una vita propria, con una propria ragione, una sua religione, sicuro che ciò che segue sia la retta via. A volte si incontrano, si scontrano, uno vince, ma chi perde non è vinto aspetta paziente il proprio turno, quando anche lui sarà Re per un giorno, un'ora, o soltanto un minuto. Il buio della notte rende tutto possibile, è la linea sottile che separa la realtà dal sogno. La notte. Vorrei vivere solo di notte, mangiare al buio per nutrire solo la mia mente. Un sapore agrodolce invade i miei pensieri come se una testa ferma per un tempo infinito si nutra di parole, messe là, senza una ragione apparente, seguendo solo la propria logica, il caos.

Un cane abbaia. Mi distraggo. Rientro.

Faccio in modo che la testa recuperi l'energia giusta per ripartire, penso rosso e vedo blu.

Una volta mi sono chiesto se la passione si intoni con la ragione. Ancora niente.

E' una di quelle domande a cui non darò una risposta, neanche quando sarò certo che ne esista una. Mi faccio cullare dal vento. Riposo.


4°giorno

Malinconia

Sto ancora cercando di capire cosa porta un persona come me a scrivere. Non lo so.

Certo è che la malinconia è la miglior amica dell'arte. Se Van Gogh non fosse stato abbastanza triste e malinconico avrebbe dipinto certi capolavori? Sì, probabilmente lo avrebbe fatto. Sto soltanto cercando una nesso tra i miei improvvisi cambi di umore e le partenze dei miei treni. E mi prendo sul serio.

Cerco ispirazione. Fisso le stelle.

Credo che le persone che si trascinano dietro qualche propria mancanza finiscano per perdersi. Che non sappiamo dove stiamo andando è un luogo comune ma io mi chiedo... “Sappiamo da dove siamo partiti?” Mi allontano.

Certe persone assomigliano alle stazioni..molti treni li attraversano, tanti si fermano e troppi ripartono..io sono una di loro..più precisamente Santa Maria Novella a Firenze che per la sua conformazione non prevede treni che la attraversino e così anche i miei treni arrivano..si fermano..alcuni per pochi attimi e poi ripartono..Fisso le stelle e ritorno alle origini..magari mi aiuterà a capire chi sono..

La notte d'estate.

Come se il caldo del giorno portasse il mio cervello all'ebollizione, atrofizzando i pensieri, cerco refrigerio nella notte..faccio lavorare la mia mente, non pretendo di controllarla, voglio solo che produca, per troppo tempo è stata frenata.

Ascolto il silenzio della notte che silenzio non è, ma è più verosimile a quello che per me ne è l'idea. Il fruscio delle frasche. Il canto delle cicale. Il respiro affannoso di qualche vicino. Delle auto in lontananza. Il vento. Libertà.


3° giorno

Ancora

Mi ritrovo qua a fissare le stelle. Solo. Dopo una serata passata tra amici a ricordare vecchie gloriose vicende, come a rimproverarsi di qualcosa che era e che ora non è più. Nostalgici ubriachi in attesa del domani.

Le stelle.

Ora sembrano loro fissare me. In una sorta di vendetta per aver chiesto senza mai dare, mi scrutano dall'alto, superiori: le vecchie sagge mi giudicano. Come se il passare inesorabile del tempo, questo amaro tic-tac frenetico non mi facesse sentire abbastanza in colpa.

Mi sono sentito rincuorato e amareggiato al tempo stesso, nell'ascoltare le impressioni degli amici di un tempo, tutti intenti a veder scivolare la propria vita quasi come se viverla fosse troppo doloroso. Rincuorato, perché le loro, come la mia non sembrano proprio le vite che sognavano da ragazzini. Amareggiato, perché come un vecchio che non può più reagire al mondo, trovo scuse giudicando gli altri. Noi figli del nuovo millennio, che abbiamo visto le tecnologie più avanzate fatte a pezzi in pochi secondi per far posto ad altre, proprio noi, non riusciamo a stare al passo con i tempi, e mi chiedo... “se la mia testa non tiene il passo del tempo, e la mia testa è già più veloce della mia penna... cosa sto scrivendo?”

Silenzio

Una lucciola. Le stelle. La notte. Il vento. Ritorno.

2°giorno

Il giorno dopo

Il giorno dopo penso che sia stato fatto con uno scopo ben preciso: rileggere il giorno prima.

Non per imparare o per giudicare, ma soltanto per ricordare.

La mia mente è un vortice. Un buco nero. Dove per sua natura tutta la materia scompare così come in questa magnifica manifestazione di caos, vengo trascinato dentro e poi ancora e ancora e a mia volta trascino tutto ciò che mi circonda.

Alcuni si perderebbero, si sentirebbero sopraffatti, a me non sembra altro che l'ennesima riprova che la vita sia caos e che per quanto noi ci sforziamo di organizzarla, caos è e caos rimane. Come quel maledetto armadio che non riesco proprio a sistemare, che per quanto ci provi oggi, domani sarà nuovamente disordinato, così la mia mente mi disorienta costringendomi a fermarmi. A riflettere. Rallentandomi. La mia penna è sempre più lenta della mia testa. Per fortuna.

Un uomo annaffia il suo giardino. Un cane abbia. Una macchina. Il vento. Sono tornato.

Mi chiedo se questo entrare ed uscire sia salutare. Fa un po' paura, ma è stimolante.

La mente umana. Il vento. Una rondine in cielo.

1°giorno

Fisso le stelle

Fisso le stelle nella speranza che qualcosa dia una scossa a questa mia vita.

Un aereo. Penso: “chissà chi è lassù, chissà chi, sta andando dove..?”Viaggio. Più con la testa, un po' meno con il corpo.

La mia mente va, va più veloce della penna. Una volta, ricordo, ho provato a scrivere tutto ciò che la mia testa produceva: “Sotto effetto di droghe” già, questo fu il mio commento dopo aver riletto i miei discorsi poco concatenati tra di loro, come dettati da qualche sostanza allucinogena. E invece mio malgrado, non era così, erano proprio frutto della mia mente al naturale, perversa, incognita... ma naturale. Mi fermo a riflettere. Rileggo i miei pensieri.

Fisso le stelle.

Fisso le stelle sperando che succeda qualcosa che mi svegli.

Si sente della musica lontano. Un cane abbaia. Dei grilli. Una musica. Forse un tango. Poi il silenzio.

Penso che la vita sia troppo veloce, penso che fermarsi un attimo a riflettere sia un tempo infinito e che ancora una volta la mia mano, sia più lenta del mio cuore.

Fisso le stelle. Un cane abbia. Un'auto frena. La mia mente vola là dove il mio corpo non avrà mai il coraggio di andare. Penso al mondo, a quanto sia magnifico, e grande e che un uomo per quanto longevo e coraggioso non sentirà mai tutti i profumi, non vedrà mai tutti i tramonti e non scoprirà mai tutti i tesori che il mondo custodisce. Poi mi rimprovero, sono solito trovare scusanti, ma so che questa volta non può essercene una, per non avere il coraggio di andare là dove la mia mente vola.

Mi fermo.

C'è un quadro nella mia stanza, un carrozzone trainato da cavalli stanchi. Penso a quanto la vita sia veloce e quanto a noi appaia lenta. Penso che solo ieri fantasticavo sul mio futuro e oggi che è già domani, mi rendo conto di quanto non sia come lo immaginavo.

Una musica in lontananza. Il solito cane che abbaia. Altre auto.

Fisso le stelle e penso alle persone che hanno imparato ad amarmi e a quelle che mi hanno insegnato ad amare. Il silenzio.

Credo che la vita appaia lenta a coloro che si sentono soli. Credo che non sia giusto guardarsi indietro dimenticandosi di vivere, come un accordo sbagliato di una canzone, ogni momento della nostra vita, non è altro che l'ennesimo accordo di una melodia, disarmonica a volte, ma pur sempre una melodia. I pensieri vanno e vengono e oggi ho deciso di prendermi un po' di tempo per lasciare il ricordo di alcuni di loro. Mi fermo a riflettere e intanto...fisso le stelle.

Una musica. Le stelle. I grilli. Il solito cane. Mi addormento pensando a Silvia. Un Bacio. Il silenzio. La notte.